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Messaggio  Marco Bulgarelli Mar 6 Set 2011 - 13:04

I Fantalpici.
Ferrata Tridentina - Cima Pisciadù
Sabato 17 settembre 2011

"La via ferrata più famosa delle Dolomiti", così viene definita la Tridentina, che porta tale nome perché nel 1968 venne tracciata da un gruppo di alpini della Brigata 'Trento'.
Si parte da un ampio spiazzo (1956 m) che funge da parcheggio accanto alla Strada statale 243, non appena superato il Passo Gardena in direzione di Colfosco. Per circa 15 min. si segue il sentiero segnato alla base della parete nord del Sella in direzione est, fino a trovare le prime corde e infissi. Dopo aver incrociato più sopra un altro sentiero che scende dal Passo Gardena, si continua fino al punto in cui appare la targa che segna l'inizio della via ferrata (2075 m). Il percorso risale lungo la Torre Exner, inizialmente costeggiando il Rio Pisciadù che porta il nome del lago da cui nasce più in alto. Tratti verticali e traversi si presentano molto esposti ma ben attrezzati con funi e pioli. Stupendo appare ora agli occhi l'ambiente roccioso del Sella, che a poco a poco comincia ad aprirsi in tutta la sua enorme e scenografica complessità morfologica. La parte della ferrata un poco più impegnativa dal punto di vista tecnico è la seconda, prima di arrivare all'aereo e famoso ponte sospeso (2430 m) ben visibile già dall'automobile mentre si percorre la strada statale assai più in basso. Lasciata attraverso questo passaggio la Torre Exner, non resta che un breve tratto di corda fissa e di sentiero per raggiungere il Rifugio Cavazza (2585 m). Questa costruzione, che inizialmente portava il nome di Bamberger Hütte, risale al 1903 ed è opera della sezione di Bamberga del Club Alpino Tedesco-Austriaco. Nel 1942 essa fu acquistata dal CAI di Bologna che intese dedicarla al proprio socio dott. Franco Cavazza, caduto in Albania l'anno precedente.
A questo punto, se tempo e forze lo consentono, si può continuare il cammino proseguendo lungo il sentiero 666 per salire su Cima Pisciadù (ore 1,30 circa). Giunti alla base meridionale della vetta, piegando decisamente a sinistra verso nord per facile ed evidente traccia alpinistica (I grado, qualche tratto di II) si raggiunge la croce (2985 m), affacciandosi con veduta vertiginosa sulla sottostante Val Badia alla stessa altezza dei gruppi dolomitici circostanti che chiudono l'orizzonte.
Per la discesa si percorre a ritroso il sentiero 666 abbassandosi lungo la ripida Val Setus. Alcune corde fisse permettono di superare agevolmente certe placche rocciose inclinate rese ancor più scivolose dai sassi e dai frantumi sparsi ovunque. Raggiunto un bivio che a sinistra conduce verso il Passo Gardena, si continua dritto verso il basso per ghiaione fino a raggiungere il sottostante parcheggio (1,30 ore circa dal rifugio; 2,30-3 ore da Cima Pisciadù).
N.B.: sono indispensabili un buon allenamento e una discreta preparazione tecnica.

• Punto di partenza: parcheggio Strada statale 243 (1956 m)
• Punto di arrivo: Rifugio Cavazza al Pisciadù (2585 m) - Cima Pisciadù (2985 m)
• Dislivello complessivo: 600 m al rifugio Cavazza; 1000 m a Cima Pisciadù
• Tempo di Percorrenza: 3-4 ore la ferrata; 1,30 ore Cima Pisciadù
• Livello di difficoltà: EEA - medio
• Cartografia: Carta Tabacco 05 - Val Gardena, Alpe di Siusi 1:25000
• Attrezzatura: imbragatura completa anche della parte superiore, dissipatore, casco, cordini e moschettoni a norma CE
• Accompagnatori: Marco Bulgarelli 3204676258, Alberto Gavioli 3355921358, Paolo Lottini 3356938728
• Ritrovo: ore 5,00 parcheggio CAI Carpi
• Percorso automobilistico: Carpi, Bolzano, Ponte Gardena, Selva V.G., Passo Gardena
• Quota di partecipazione: 5 €
• Prenotazione: entro giovedì 15 settembre

Molto importante: SIETE TUTTI INVITATI A FINE GITA A FESTEGGIARE CON CIBO, TORTE E BUON VINO
Marco Bulgarelli
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